Esperto in
Chirurgia protesica di ginocchio
Contrariamente a quanto si possa pensare, la chirurgia protesica di ginocchio non prevede la “sostituzione in blocco” dell’intera articolazione, ma invece un rivestimento delle superfici articolari degenerate dall’artrosi con lo scopo di ristabilirne una corretta funzionalità eliminando dolore ed altri sintomi associati. Due i principi in cui credo fermamente fin dagli anni dei miei studi accademici, e che applico costantemente in occasione della chirurgia protesica di ginocchio:
– “Si interviene rivestendo solo la parte danneggiata dell’articolazione, preservandone ciò che risulta ancora in ottimo stato e perfettamente funzionate”.
L’articolazione del ginocchio è infatti composta da tre principali comparti: femoro- tibiale interno, femoro-tibiale esterno e quello femoro-rotuleo. Per tale ragione non sempre l’impiego di protesi totali (o complete) è la scelta corretta, se pur spesso la più facile!
Faccio parte di un centro leader in Italia per l’utilizzo di protesi parziali o moncomopartimentali di ginocchio.
– “Non è l’anatomia del singolo paziente a doversi “adattare” alla protesi, quanto il contrario”.
La scelta del tipo di protesi è fondamentale! Come anche la scelta della taglia corretta per ciascun paziente. Nel centro dove lavoro ho la fortuna di potermi avvalere di svariati ottimi prodotti protesici, dal design moderno e costruiti con materiali duraturi nel tempo. Questo, unitamente ad una chirurgia basata su metodiche mininvasive a risparmio dei tessuti (osso, muscolo e legamenti) e tecniche anestesiologiche all’avanguardia permette un veloce recupero post-operatorio per i miei pazienti. Di recente ho iniziato infine ad utilizzare un’assistenza robotizzata in questo tipo di chirurgia. Penso che sia un errore intendere la chirurgia robotica come un’ alternativa all’operato diretto del chirurgo. Essa deve essere invece confinata ad un’integrazione aggiuntiva (e non sostitutiva) del gesto operatorio umano.
Chirurgia protesica mininvasiva dell’anca
La chirurgia protesica dell’anca consiste nell’impianto di due principali componenti: quella sul versante acetabolare (detta coppa, entro cui vi è posizionato un inserto) e lo stelo protesico, inserito nel femore prossimale. Il tutto è connesso mediante l’interposizione di una testina.
Anche per questo tipo di chirurgia mi avvalgo di impianti di ultima generazione, che garantiscono risparmio di tessuto osseo e permettono di ottenere la massima bio- integrazione col minimo impatto per l’organismo umano.
La tecnica chirurgica che utilizzo è mininvasiva, cioè mirata al rispetto dei tessuti molli, con specifica attenzione soprattutto per le importanti strutture muscolari. Ciò è possibile sia con un accesso chirurgico più “tradizionale”, cioè la via postero-laterale, che in occasione del accesso anteriore e bikini: tecniche che ho affinato con dedizione durante i miei studi in Belgio.
Un’ accurata pianificazione pre-operatoria è indispensabile in questo tipo di chirurgia. Attraverso speciali radiografie stabilisco in modo appropriato sia il tipo e le dimensioni corrette della protesi, che la tipologia di incisione chirurgica mediante cui verrà impiantata. Inoltre, sempre attraverso un corretto studio pre-operatorio, è possibile poter correggere eventuali dismetrie (differenza di lunghezza) degli arti ristabilendo cosi un ottimale bilanciamento del peso corporeo sul bacino e sulla colonna vertebrale.
Il protocollo riabilitativo postoperatorio che utilizzo prevede infine un ritorno alla deambulazione antro massimo 24 ore dall’intervento e l’abbandono delle stampelle in circa 3 settimane.
Chirurgia artroscopica del ginocchio
La chirurgia artroscopica di ginocchio ricopre per me un ruolo molto importante, in quanto avendo la fortuna di collaborare col CONI Lombardia in qualità di Docente medico da diversi anni, rappresenta spesso la soluzione finale per molte problematiche inerenti al mondo degli atleti (sia amatoriali o professionisti). Con questo tipo di chirurgia è infatti possibile trattare non solo le patologie meniscali, ma anche quelle cartilaginee e legamentose del ginocchio: tra le cause più frequenti di infortunio nell’ ambito sportivo.
Solitamente si tratta di una chirurgia dalla rapida degenza: dall’impegno di una mezza giornata (regime ambulatoriale) ad un sola notte di degenza (regime di day-surgery).
A tal proposito, mi dedico a questo tipo di chirurgia cercando di mantenere sempre fede a due principi in cui credo fortemente:
– impiegare tecniche mininvasive che consentano un corretto ripristino dell’anatomia nativa del ginocchio, senza stravolgerne il funzionamento
– privilegiare sempre tecniche riparative, specie per quanto riguarda la patologia meniscale. Per tale ragione cerco sempre di suturare le lesioni meniscali, lasciando la tecnica di asportazione mininvasiva (meniscectomia selettiva) esclusivamente a quei casi in cui non sia possibile fare altrimenti.
Medicina rigenerativa nella patologia articolare di anca e ginocchio
L’ambito della medicina rigenerativa mi ha sempre affascinato, fin dai primissimi anni dei miei studi specialistici. Per tale ragione eseguo con ottimi risultati tecniche all’avanguardia in questo settore, quali le infiltrazioni con PRP (platelet rich plasma) o l’impiego di cellule staminali da tessuto adiposo o dal sangue. Si tratta pur sempre di metodiche applicabili in casi selezionati ed adeguatamente studiati con esami strumentali diagnostici. Nei primi stadi dell’artrosi di anca o ginocchio, per esempio, il ruolo delle cellule staminali o del PRP consiste in un’efficace azione antinfiammatoria e lubrificante cosi da poter ridurre i sintomi e migliorare la performance articolare nel tempo. Viceversa, in pazienti più giovani, con già alte capacità tissutali rigenerative, queste tecniche (tra cui l’utilizzo di scaffold o speciali membrane) posso essere in grado di sanare focali difetti di cartilagine ricreando un tessuto cicatriziale molto simile a quello nativo circostante.